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Lo Specchio della Salvezza Umana

Lo Speculum Humanae Salvationis (“Specchio della Salvezza Umana”) è un testo redatto nel corso del Trecento, che ebbe molta popolarità anche durante il secolo successivo.
Il testo è composto di un Prologo, un Proemio, due Capitoli che trattano la Creazione, la Caduta di Satana, la storia di Adamo ed Eva e il Diluvio universale. Seguono altri quaranta capitoli in cui episodi dell'Antico Testamento vengono messi in parallelo con episodi del Nuovo Testamento. L'opera è chiusa da altri tre capitoli che descrivono le stazioni della Via Crucis, le Gioie e i Dolori della Vergine. In tutte le redazioni, l'opera è ampiamente illustrata.

 Il centro dell'opera è dunque costituito dal confronto tra Vecchio e Nuovo Testamento. Per esempio, nel capitolo VIII, la Nascita di Cristo viene messa in relazione con la profezia della Sibilla Tiburtina che avrebbe annunciato all'imperatore Augusto il fatto che una vergine avrebbe partorito un potentissimo re (“Sibilla vidit virginem cum puero”, la Sibilla vide una vergine che aveva un figlio). Quest'ulitmo episodio non fa parte propriamente del Vecchio Testamento (è desunto dal Chronicon pontificum di Martinus Polonus), ma esemplifica comunque come la vita di Cristo abbia portato a compimento un destino che era stato presagito variamente nelle epoche precedenti. A Medieval Mirror è un bel libro online in lingua inglese che presenta molte informazioni sullo Speculum e illustrazioni tratte da edizioni manoscritte e a stampa.

E' molto notevole che l'iconografia dello Speculum, tipicamente trasmessa in semplici xilografie, sia stata d'ispirazione per un meraviglioso polittico quattrocentesco, dipinto a Basilea da Konrad Witz nel 1434 circa.


Venerdì Santo





Questa tela, custodita presso la Pinacoteca di Brera a Milano, rappresenta la crocefissione di Cristo. L'opera è stata dipinta da Barolomeo Suardi, detto Bramantino, nel 1515 circa.

La parte superiore del dipinto, presenta due lati nettamente distinti: alla destra del Cristo, il bene, rappresentato dal ladrone “buono”, l'Angelo e il Sole; alla sinistra, il male, il ladrone “cattivo”, il Demonio e la Luna.


Subito dopo la tribolazione di quei giorni,
il sole si oscurerà,
la luna non darà più la sua luce,
gli astri cadranno dal cielo
e le potenze dei cieli saranno sconvolte. (Matteo, 24, 29)


Essi allora presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo del Cranio, detto in ebraico Golgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall'altra, e Gesù nel mezzo. Pilato compose anche l'iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: "Gesù il Nazareno, il re dei Giudei". Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove fu crocifisso Gesù era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. I sommi sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: "Non scrivere: il re dei Giudei, ma che egli ha detto: Io sono il re dei Giudei". Rispose Pilato: "Ciò che ho scritto, ho scritto". (Giovanni, 19, 17-22)


Bramantino segue Giovanni, riportando l'iscrizione INRI in ebraico, greco e latino. Inoltre, illustra il fatto che il Golgota “era vicino alla città” ponendo nello sfondo una meravigliosa fantasia architettonica, in sintonia con il suo gusto di architetto. Infatti, l'edificio più evidente nel dipinto corrisponde bene all'unico edificio sopravvissuto tra quelli progettati dall' artista: la cappella Trivulzio, addossata alla Basilica di San Nazaro, in Corso di Porta Romana a Milano, la cui facciata in mattoni è caratterizzata da due semplici piani ripartiti da lesene.